Prevedere il turismo di domani per avere successo nel turismo di oggi
È questo uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione per gestire al meglio un’attività in questo settore.
A tal proposito è opportuno aggiornarsi costantemente su quelli che sono i trend del turismo di maggiore impatto, in maniera tale da potersi preparare al meglio ed adattare la propria offerta ai nuovi bisogni dei clienti.
L’analisi dei trend correnti permette la definizione di interessanti spunti e previsioni per quelle che saranno le esigenze in voga nei prossimi periodi, sia dal punto di vista generale che da quello specifico per ogni settore e tipologia.
Da queste analisi emerge un fattore ormai non più trascurabile, ossia la crescita esponenziale dell’utilizzo di internet per la ricerca e pianificazione della vacanza: tra i dati più rilevanti si vede un incremento dell’utilizzo dei dispositivi mobili (dal 33% del 2012 al 42% dello scorso anno) e un impressionante 80% di viaggiatori che ha utilizzato un motore di ricerca in fase di organizzazione.
È chiaro quindi che c’è una concreta necessità per tutte le strutture ricettive di creare una presenza online, considerando che per i millennial, ossia la generazione di persone nate tra il 1980 e il 2000, suddette percentuali sono ancora più alte, ed è possibile quindi delineare quello che sarà l’andamento negli anni a venire.
Un altro dato che merita attenzione riguarda la sharing economy, basata sul concetto di consumo collaborativo, dove si stima una crescita del 2000% nei prossimi sette anni nel volume di affari, dai 28 miliardi attuali ai 570 del 2025.
In questo contesto spicca il ruolo preponderante della connettività, volta a diminuire la distanza tra utenti dello stesso servizio ed eliminando così la necessità di passaggi intermedi.
Nel settore turistico si notano già tantissimi protagonisti che basano il proprio business sulla condivisione di un’esperienza: oltre al ben noto Airbnb infatti si possono contare ben 500 piattaforme dedicate, divise tra viaggi e alloggi (11%), trasporti (50%) e tempo libero (39%). Risulta chiaro quindi un marcato cambiamento nell’andamento dei flussi turistici, volti all’utilizzo sempre più intensivo di internet e dei moderni mezzi di comunicazione.
Come fare quindi per riuscire ad assimilare i nuovi trend del turismo per una completa comprensione della presente e futura economia del turismo?
Un aiuto in questo senso può arrivare dal Piano Strategico del Turismo, dove vengono delineati 4 punti strategici volti al rilancio del turismo in Italia.
1. TERRITORIO. Il primo si concentra sul territorio ed il patrimonio; da questo punto di vista l’Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi Europei, anche se abbiamo ancora qualcosa da imparare in termini di valorizzazione. Nello specifico, c’è ancora margine di miglioramento nella modalità di fruizione dei servizi e del paesaggio che ruotano attorno ai siti di maggiore interesse; in altre parole, è necessario un maggior dialogo sia tra i molteplici punti di attrazione offerti dal nostro territorio sia con i servizi satellite che promuovono l’esperienza generale del singolo turista.
2. ESPERIENZA TURISTICA. È proprio sulla centralità del turista si sviluppa la seconda linea del Piano Strategico: dall’analisi dei comportamenti durante il soggiorno infatti emerge che i viaggiatori tendono a cercare un’esperienza turistica anziché una semplice destinazione e che gli strumenti di promozione vanno calibrati di conseguenza. Il viaggiatore quindi deve essere posto al centro del sistema di valorizzazione: tutti i servizi e, più in generale, tutte le condizioni che permettano di trasformare la visita in un’esperienza memorabile vanno orientati alla sua piena soddisfazione, per incentivarlo a tornare e per influenzare, tramite la sua narrazione, nuove persone a visitare il nostro paese.
3. COMPETITIVITÀ. Il terzo punto si concentra invece sulla competitività e lavoro: la necessità di aumentare il fattore competitivo nei confronti di altre destinazioni turistiche crea un maggiore valore aggiunto, dato anche dall’aumento della quantità e della qualità dell’occupazione turistica. Anche in questo ambito però esistono dei margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione tecnologica ed organizzativa, la reattività alle trasformazioni di mercato e di adattamento ai cambiamenti presenti nei trend turismo, le competenze e le condizioni per l’attività delle imprese. Dal punto di vista delle regolamentazioni e della burocrazia infatti risulta quasi indispensabile una riduzione degli oneri fiscali e una migliore utilizzazione dei servizi digitali, oltre che semplificazione delle procedure amministrative anche per i grandi progetti di investimento.
4. COOPETIZIONE. Il quarto ed ultimo punto riguarda l’integrazione ed interoperabilità. Entrambi i concetti chiave riflettono l’esigenza di promuovere un’azione coordinata fra organizzazioni diverse ed eterogenee che condividono obiettivi, pubblici o di impresa, reciprocamente vantaggiosi. Integrare le politiche è un’esigenza che comporta, naturalmente, la cooperazione permanente e organizzata delle istituzioni e delle agenzie che, ai diversi livelli (nazionale, regionale e territoriale) ne sono titolari.
Risulta quindi obbligatoria una pianificazione a lungo termine di una cooperazione tra tutti i vari protagonisti della filiera turistica per far sì che gli sforzi singoli siano convogliati nella stessa direzione e per garantire un’efficienza che si protragga nel tempo, risultando non solo spettatore del trend sul turismo sostenibile ma bensì una parte integrante ed attiva per il suo sviluppo e prosperità.